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14 aprile 2015

Arrestati 19 commercianti di Gaza dall’inizio del 2015


 Secondo un’organizzazione umanitaria,
alcuni commercianti palestinesi sono stati arrestati e trattenuti dall’occupazione israeliana mentre passavano, per svolgere le loro consuete attività lavorative, da Bait Hanun attraverso il valico israeliano di Erez, nel nord della Striscia di Gaza. 




Si è registrato dall’inizio di  quest’anno un aumento di arresti senza precedenti  rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In un rapporto inviato a Quds Press, l’Osservatorio Euro-mediterraneo  per i Diritti umani ha dichiarato che i casi di arresto di commercianti e uomini di affari palestinesi, al valico all’estremo nord della Striscia di Gaza, ammontano, nel primo trimestre del 2015, a 19: due degli arrestati sono stati rilasciati, gli altri 17 restano in stato di detenzione.
Secondo il rapporto, contro 6 commercianti palestinesi sono state avanzate le accuse di aver introdotto materiali vietati a Gaza, per aiutare le fazioni della resistenza armata palestinese nella Striscia, oltre all’accusa di contrabbando di materiali e apparecchiature che sarebbero stati forniti  al movimento di Hamas attraverso i tunnel ai confini con l’Egitto durante il 2013.
Le autorità di occupazione hanno trattenuto 25 commercianti palestinesi per alcune ore nei posti di polizia israeliani per motivi non giustificabili, nel periodo che va dall’inizio dell’anno a marzo scorso, oltre a ritirare 46 licenze commerciali.
L’Osservatorio  ha sottolineato che le autorità di occupazione hanno spesso contestato ai commercianti arrestati accuse connesse alla vendita di materiali e di merci fornite a “destinatari ostili” nella Striscia di Gaza, mentre le merci importate dai commercianti consistono in beni di vario uso e  tutte le merci che entrano nella Striscia sono sottoposte al meticoloso controllo israeliano.
Secondo il rapporto, gli arresti, da parte israeliana, dei commercianti di Gaza, sollevano seri dubbi sulle reali intenzioni dell’occupazione, che sono quelle di danneggiare gravemente l’economia della Striscia, soprattutto perché i commercianti arrestati lavorano in settori economici importanti a Gaza, e i prodotti da loro importati sono strettamente collegati alla vita quotidiana degli abitanti.
L’Osservatorio Euro-mediterraneo ha spiegato che la pressione israeliana sui commercianti palestinesi è aumentata di recente, specialmente nel primo trimestre di quest’anno, con l’infittirsi degli interrogatori cui sono sottoposti i commercianti da parte dei servizi segreti dell’occupazione al valico di Erez, allo scopo di indurli a fornire informazioni sulla Resistenza nella Striscia di Gaza e con l’insistenza nel perquisirli al valico sia all’andata che al ritorno.
Accanto aI ritiro delle licenze commerciali a chi rifiuta di collaborare con l’occupazione, figurano i tentativi dell’intelligence israeliana di reclutare i commercianti durante gli interrogatori per indurli alla collaborazione, e a questo scopo vengono utilizzate tecniche come minacce e incentivi.
L’Osservatorio ha affermato che gli inquirenti israeliani trattano i commercianti arrestati in modo degradante e disumano, rivolgendo loro insulti al momento dell’arresto, bendandoli e ammanettandoli.
Nel suo rapporto, l’Osservatorio ha dichiarato infine che le autorità di occupazione compiono deliberatamente vessazioni su tutti i palestinesi che transitano per il valico di Bait Hanun – Erez, cercando di umiliarli e minacciandoli di arresto, di ritiro della licenza e di altri maltrattamenti nel tentativo di costringerli a collaborare, mentre i palestinesi rimangono per lunghe ore al valico in attesa del permesso di passare.

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